© 2021 All rights reserved Created By Milena Bressan
Clicca sulle immagini per ingrandirle
indice
Il cognome “Fontana”
Nell’anno
2000
erano
quasi
20.000
le
famiglie
Fontana
abbonate
al
telefono
in
Italia.
Erano
1021
in
provincia
di
Vicenza,
solo
226
in
provincia
di
Treviso.
Secondo
il
Caffarelli
questo
cognome
occupa
il
22°
posto
per
frequenza
in
campo
nazionale.
E’
diffuso
soprattutto
al
Nord;
nel
Veneto occupa il 30° posto.
Cucchus e De Fontana
E’
il
1°
gennaio
1622.
Nella
parrocchia
di
Corbanese
viene
battezzata
una
Fontana,
Giacoma,
figlia
di
Giovanni
che
abita
a
Somera.
Padrino
è
un
altro
Fontana.
Si
chiama
Giovanni
Pietro
ed
è
di
Formeniga.
Il
rettore
della
parrocchia,
che
stende
l’atto
di
battesimo
in
latino,
per
distinguere i due Fontana identifica Giovanni col soprannome Cucchus e Giovanni Pietro col cognome “De Fontana” (doc. 1).
1622. Die prima Ianuarii
Iacoba
filia
Joannis
Cucchi
incolae
Somerae
(et)
eius
uxoris
fuit
baptizata
in
ecclesia
Corb.
Per
me
rectorem.
Patrinus
fuit
Jo.
Petrus
de
Fontana de villa Formenicae.
Il
soprannome
Cuc
(
Cuch
,
Cuco
,
“Cucchus”
negli
atti
scritti
in
latino)
nei
secoli
scorsi
veniva
dato
abitualmente
al
marito
che
era
costretto
a
‘ndar
cuc
,
cioè
ad
abitare
nella
casa
dei
genitori
della
sposa.
Esiste
nella
parlata
locale
anche
l’espressione
“laoràr
pai
cuc”,
attribuita
al
padre
che avendo,
suo malgrado
, solo figlie, “lavora per i generi!”.
Origine del cognome Fontana
Il
toponimo
dialettale
Fontana
(dim.
fontanèl,
fontanèla)
indicava
in
passato
la
presenza
in
loco
di
una
sorgente.
L’espressione
de
Fontana
,
destinata
poi
a
diventare
il
cognome
Fontana,
identificava
quindi,
nei
documenti
in
latino
del
tardo
medioevo,
una
famiglia
che
abitava
nei
pressi di una sorgente o risorgiva conosciuta e frequentata.
Nella
zona
a
sud-ovest
di
Tarzo
il
cognome
Fontana
appare
già
in
diversi
atti
del
1600.
Michelon
e
Tomasi,
nella
loro
recente
opera
“Gente
di
Tarzo”, citano un Zuane di Menego Fontana nato ad Arfanta nel 1692 e sposatosi, sempre ad Arfanta, nel 1717.
Ma
il
citato
documento
del
1622
fa
supporre
che
il
cognome
fosse
più
antico
e
risalisse
quindi
al
secolo
o
ai
secoli
precedenti,
tanto
è
vero
che
la
presenza
in
quell’anno
dell’appellativo
Cuc
dimostra
come
già
da
tempo
era
sorto
un
soprannome
per
distinguere
un
colmello
dei
Fontana che si era staccato dal ceppo principale.
Per la cronaca, in documenti del 1800 si troverà anche, per altri Fontana che esercitavano il mestiere di mugnai, il soprannome di
Borca
.
Origini dei Fontana
Si
è
appena
detto
che
già
nel
Cinque
-
Seicento
i
Fontana
sono
presenti
in
tutto
il
territorio
a
sud-ovest
di
Tarzo,
pecisamente
nelle
località
Arfanta, Somera, Formeniga e, soprattutto, Corbanese.
Anche i nostri Fontana Cuc figurano spesso a Corbanese. L’impressione, però, è che essi fossero particolarmente numerosi ad Arfanta.
Arfanta
divenne
parrocchia
nel
sec.
XV,
ma
nel
1672
fu
ridotta
a
comparrocchiale
o
curazia
di
Corbanese
fino
al
1947
quando
ritornò
parrocchia indipendente. Molti Cuc, quindi, pur essendo di Arfanta, venivano registrati nella
parrocchia
di Corbanese.
Vengono portati come esempi di Fontana sparsi nella zona Arfanta-Formeniga i doc. 2, 3, 4, 5.
Il 23 novembre 1665 si sposa a Corbanese Domenico figlio di Matteo Fontana della parrocchia di
Formeniga
.
…nullo
impedimento
detecto,
ego
Antonio
Gironcolo
rector
Dominicum
filium
Matthei
Fontana
de
parochia
Formenicae
et
Maria
filia
Petri
Zorgni de Corbanesio interrogavi eosque mutuo abito consensu solemniter per verba de presenti matrimonio coniunxi….
Il
26
settembre
1689
si
risposa
Domenico
del
fu
Matteo
Fontana.
Il
parroco
annota
che
abitava
un
tempo
nella
parrocchia
di
Ceneda
ed
ora
appartiene a questa di Corbanese.
…contractum
fuit
matrimonium
per
verba
de
presenti
inter
Dominicum
filium
quondam
Mathei
Fontana
olim
de
cura
Cenetae
nunc
de
hac
parochia et Justina filia quondam Dominici…
Il
14
febbraio
1692
Maria,
figlia
di
Antonio
Fontana,
sposa
Antonio
Dal
Col.
Il
parroco
specifica
che
Maria
(e
quindi
anche
i
suoi
familiari)
apparteneva un tempo alla parrocchia di
Formeniga
ed ora abita invece in quella di Corbanese.
Contractum
fuit
matrimonium
per
verba
de
presenti
inter
Antonium…
filium
Georgi
Dal
Col
.
et
Maria
filia
quondam
Antonii
Fontana
olim
de
Formenica nunc huius parochiae….
Il
22
febbraio
1722
viene
battezzato
Domenico
figlio
di
Mattio
Fontana
detto
Cuco
e
di
Maria
sua
moglie.
Padrino
è
Giambattista
del
fu
Donà
Moschet.
Il
parroco
di
Corbanese
Mattio
Rosolen
specifica
(sono
pochissimi
a
farlo)
che
Mattio
Fontana
è
di
Arfanta
(compresa
in
quel
periodo, lo ricordiamo ancora, nella parrocchia di Corbanese).
Domenico
figlio
di
Mattio
Fontana
dicto
Cuco
della
mia
cura
d’Arfanta
nato
in
circa
la
meza
notte
et
di
Maria
sua
moglie
fu
battizato
da
me
Mattia Rosolen parroco et tenuto da Zambattista quondam Donà Moschet.
Limiti della ricerca
Noi
seguiremo,
ovviamente,
solo
l’albero
genealogico
dei
Fontana
Cuc
di
Solighetto,
dove
un
ramo
dei
Fontana
Cuc
di
Arfanta
si
stabilì
a
fine
Settecento facendo, a quanto pare, un po’ di fortuna.
I
registri
parrocchiali
di
Pieve
dal
1800
al
1855
e
quelli
di
Solighetto,
divenuta
parrocchia,
dal
1856
a
tutto
il
Novecento,
consentono
una
ricostruzione
dei
Fontana
Cuc
abbastanza
regolare,
anche
se
si
corre
il
rischio
di
fare
confusione
con
altri
Fontana,
abitanti
nella
parrocchia
di Pieve, che non hanno ascendenti comuni con i nostri.
Molto più difficile è risalire ai secoli precedenti.
Non disponiamo dei registri di Arfanta, quando era parrocchia prima del 1672.
I
registri
di
Corbanese
partono
dal
1600
circa,
ma
si
presentano
lacunosi
o
generici.
Spesso,
ad
esempio,
soprattutto
per
le
donne,
l’estensore trascura il cognome o la paternità o l’età anagrafica.
Si
aggiunga
il
fatto
che
tra
il
1600
ed
il
1800
i
Fontana
Cuc
scompaiono
più
volte,
forse
andando
ad
abitare
temporaneamente
altrove,
per
poi
ricomparire dopo qualche decennio.
I risultati della ricerca sono quindi soddisfacenti, ma incompleti.
Soddisfacenti,
perché si è riusciti a ricostruire un albero genealogico di 11 generazioni.
Questo
è
stato
consentito
incrociando
i
dati
disponibili
dei
battesimi,
matrimoni
e
morti;
tenendo
presente
l’usanza
anche
dei
Fontana
di
tramandare talvolta il nome del nonno ad un nipote; seguendo il soprannome
Cuc
spesso riportato dal parroco accanto al cognome Fontana.
Soddisfacenti,
perché
si
hanno
ottime
probabilità
di
aver
individuato
perfino
il
luogo
di
residenza
degli
antichi
Fontana,
da
cui
si
è
staccato
il
ramo dei Fontana Cuc.
Incompleti,
perché
la
genealogia
è
delineata
solo
nelle
linee
essenziali.
Infatti
sono
stati
trascurati
od
omessi
dei
“rami”
laterali
che
i
dati
non
consentivano di ricostruire completamente.
Paulin, il patriarca.
Come
sempre
accade
nella
genealogia
di
un
casato,
non
si
può
che
partire,
risalendo
a
ritroso
la
storia
della
famiglia,
dal
primo
antenato
di
cui i documenti fanno menzione.
Nel nostro caso il “patriarca” è
Paulo
, un nome che ricorrerà in molti discendenti ed era forse consuetudinario anche nei suoi ascendenti.
Paulo doveva essere molto basso di statura, poiché appare negli atti quasi sempre col diminutivo di
Paulin
.
Di
lui
sappiamo
ben
poco;
sappiamo
anzi
solo
che
è
molto
longevo,
date
le
aspettative
di
vita
di
allora.
Muore,
scrive
il
parroco
Rosolen,
nel
1730 all’età di 83 anni circa; era quindi nato, anno più anno meno, nel
1647
(documento 6).
Forse
era
una
persona
pia,
poiché
il
parroco
specifica
che
fu
sepolto
nel
cimitero
di
Corbanese
con
l’intervento
suo
e
di
altri
religiosi
,
annotazione questa che raramente compare in altri atti registrati da questo parroco.
Addì
9
settembre
1730.
Paulino
Fontana
d’anni
83
in
circa
ricevuti
li
santissimi
sacramenti
della
chiesa
passò
da
questa
ad
altra
vita,
et
il
suo
cadavere fu sepolto in questo cimiterio con l’intervento di me Mattio Rosolen parroco et altri religiosi.
Nel 1684 da Paulin nasce Antonio che il 26 aprile 1706 sposa una ragazza della stessa età, Giacoma doc. 7).
Contractum
fuit
matrimonium
…
inter
Antonium
filium
Paulini
de
Fontana
de
hac
parochia
et
Jacoba
filia
Valentini
de
Dominichino
de
plebe
antedicta nunc incola Corbanesii
Ma Giacoma è sfortunata e muore all’età di soli 26 anni, dopo 4 anni di matrimonio, nella parrocchia di Corbanese.
Antonio
attende
tre
anni
e
poi
si
risposa
con
Maria.
E’
questo
un
matrimonio
fertile
con
almeno
sei
figli.
Il
quartogenito,
Paulino,
darà
vita
ad
un
ramo
piuttosto
consistente.
Ma
è
l’ultimogenito
Mattio,
nato
intorno
al
1725
e
sposato
nel
1748
con
Elisabetta
Vanzella,
ad
avere
una
discendenza che si è perpetuata fino a noi.
I Fontana Cuc a Solighetto
E’
nel
tardo
Settecento,
intorno
al
1790,
che
alcuni
Cuc
di
Arfanta,
villici,
si
trasferiscono
a
Solighetto,
molto
probabilmente
fittavoli
dei
Conti
Brandolini.
Si
tratta
dei
(o
di
alcuni)
figli
proprio
di
Mattio
(o
Matteo)
che
moriranno
tutti
nella
parrocchia
di
Pieve
di
Soligo
(Solighetto
non
era
ancora
parrocchia): Giovanni nel 1806, Giovanna Angela nel 1809 (o 1804), Vincenzo nel 1813 e Giuseppe nel 1814.
Sarà
proprio
quest’ultimo,
Giuseppe,
nato
ad
Arfanta
intorno
al
1750
e
marito
di
Margherita
Gallon,
detta
Bastianuz,
ad
avviare
una
lunga
discendenza a Solighetto.
Egli
giunge
a
Solighetto
portando
con
sé
almeno
sei
giovani
figli,
tutti
nati
ad
Arfanta.
Quattro
di
questi
(Domenico,
Giobatta,
Matteo,
Valentino) si sposeranno a Solighetto ed incrementeranno la presenza dei Fontana Cuc in questo paese.
Altri Cuc a Corbanese
Alcuni Cuc, imparentati con i nostri di Solighetto, restano nella zona di Corbanese e dintorni.
A quanto pare, dagli atti, non sono numerosi.
Alcuni
appartengono
senz’altro
al
colmello
discendente
da
Fontana
Cuc
Pietro
del
fu
Sebastiano.
Poiché
Sebastiano,
marito
di
Maria
Perencin,
non
compare
negli
atti
di
nascita
e
di
morte
di
Corbanese,
è
probabile
che
anche
questi
Cuc
provenissero
da
Arfanta
o
da
Formeniga. Sebastiano è figlio o, forse, nipote del menzionato Giuseppe nato nel 1750 c.a.
Pietro
sposa
nel
1829
Angela
Bottega
detta
Miot
da
cui
avrà
i
figli:
Sebastiano
1832,
Angelo
1836,
Anna
Maria
1839,
Giuseppe
1842,
Maria
1844.
Il
figlio
Sebastiano
sposerà
nel
1860
Giovanna
Tardivel
da
cui
avrà
i
figli
Pietro
Paolo
1862,
Angelo
1864,
Cattarina
1868,
Angela
1867,
Angela 1868, Giovanni 1870, Andrea 1872, Francesco Giuseppe 1875.
Un
altro
figlio
di
Pietro,
Angelo,
sposerà
nel
1872
Maria
Luigia
Collodel
da
cui
avrà
i
figli:
Giovanna
1872,
Giuseppe
1874,
Pietro
1876
e
Luigi
1878.
Citeremo fra poco altri Cuc rimasti a Corbanese.
Perché alcuni Cuc si trasferiscono a Solighetto?
I Cuc sono, come si è detto, “villici”, cioè contadini.
Non dovremmo essere lontani dal vero affermando che essi accettano o chiedono di trasferirsi a Solighetto di fronte allo spettro della fame.
E’ la fine che fanno diversi Cuc rimasti in quel di Corbanese, qualche anno dopo che i nostri erano partiti per Solighetto.
Solo per citare un anno, il 1817, caratterizzato da gravissima penuria di viveri e dal tifo, ben quattro Cuc muoiono di fame a Corbanese:
Giuseppe
a
6
anni
per
“consunzione
da
inedia”,
Augusta
a
10
anni
per
“consunzione”,
Maria
Maddalena
a
5
anni
per
“inedia”
e
Catarina
a
56
anni per “pellagra ed idropisia”.
Una
conferma
indiretta
della
tragica
situazione
socioeconomica
in
quel
periodo
ci
viene
dal
registro
dei
morti,
con
un
notevole
incremento
dei
decessi.
Molti
di
questi
sono
pargoletti
o
bambini
“adottati”
dalle
famiglie
contadine.
Si
tratta
di
trovatelli
che
portano
il
cognome
di
Del
Pio
Luogo
o
Della Pietà
o
Del Pio Ospitale
(di Treviso o di Venezia).
Come
ci
ha
illustrato
il
celebre
film
“L’albero
degli
zoccoli”
questi
trovatelli
venivano
adottati
volentieri
sia
perché
nel
mondo
contadino
c’era
bisogno
di
braccia,
sia
perché
al
momento
dell’adozione
e
per
qualche
anno
il
Pio
Istituto
consegnava
talvolta
alla
famiglia
affidataria
anche
una
piccola
somma
di
denaro
per
il
sostentamento
del
neonato.
Nella
condizione
di
precarietà
assoluta
questo
esiguo
contributo
poteva
costituire un aiuto indispensabile per la sopravvivenza momentanea di tutta la famiglia.
Non è escluso che
anche i Fontana Cuc di Solighetto, quand’erano a Corbanese, si siano accostati più volte a questo tipo di adozione.
Quelli rimasti a Corbanese lo fecero senz’altro più volte, come appare da qualche atto di morte di cui riportiamo tre esempi:
6.9.1805.
Gregorio
del
Pio
ospedale
di
Venezia,
consegnato
a
Maria
moglie
legittima
di
Matteo
Fontana
detto
Cuc
di
questa
villa,
rese
l’anima
al
cielo
per
male
naturale…16.9.1811.
Veneranda
del
Pio
Ospedale
di
Venezia
di
mesi
otto,
tenuta
da
Matteo
del
fu
Antonio
Fontana
detto
Cuc, passò a miglior vita… 1.8.1815. Pierina Della Pietà di Venezia, affidata a Maria moglie di Matteo Fontana detto Cuc, di anni due…
Domenico “girovago del mondo”
A Davide, classe 1919, era stato tramandato che i Fontana potevano essere giunti qui provenendo da lontano.
Qualche piccolo elemento può fornire un’interpretazione in proposito.
Giustina Cuc 1864 aveva sposato un Lazzaris di Forno di Zoldo che per tre anni aveva dimorato a Hunter Hostern, “diocesi di Darmanstar,
in Prussia” (dovrebbe essere l’attuale città di Darmstadt, poco a sud di Francoforte).
Marco Antonio Cuc aveva sposato nel 1898 Albina Pasin, che era nata a Strau in Austria.
Forse i Fontana avevano avuto a che fare direttamente o indirettamente col fenomeno migratorio.
C’è
poi
un
particolare
interessante.
Di
Domenico
Cuc
1775
c.
l’arciprete
di
Pieve,
di
solito
parco
nelle
annotazioni,
segnala
in
un
atto
anagrafico che egli “va girovago pel mondo”. Se il sacerdote lo annota, vuol dire che il fatto faceva “notizia”.
A
parte
il
concetto
di
lontananza,
molto
relativo
nei
tempi
andati,
tutto
questo
potrebbe
aver
alimentato
l’impressione,
poi
tramandata,
che
nei
secoli scorsi i Fontana in generale fossero giunti “da lontano” e non dalla zona di Arfanta, come si è visto.
Altri Fontana a Solighetto nel tardo Ottocento
Anche
nei
registri
parrocchiali
di
Solighetto
i
nostri
Fontana
sono
denominati
Cuc,
soprannome
che
conservano,
in
molti
atti
ufficiali,
fino
a
metà del Novecento per essere distinti dagli altri Fontana, non originari della parrocchia di Corbanese.
Nel territorio di Pieve, infatti, esistevano ed erano esistite almeno dal 1600 altre famiglie Fontana.
Ecco, ad es., alcuni Fontana che compaiono nei registri della parrocchia di Pieve (di cui Solighetto faceva parte) nei secoli XVI-XVIII.
Non
sono
quasi
certamente
Fontana
Cuch
ma
li
registriamo
ugualmente
per
scrupolo:
Pasqua
di
Pietro,
nata
nel
1576.
Carlo
di
Domenico
e
di Giovanna, nato nel 1631. Gabriele (1772), Giobatta (1774) e Gertrude (1776) di Giacomo e Catterina Viezzer (?).
Un altro colmello dei Fontana viene a Solighetto da Arfanta intorno al 1880. Si tratta di
Fontana Giovanni Marco
, nato ad Arfanta nel 1857,
fu
Francesco
e
fu
Regina
De
Luca
detta
Luchet.
Ex
militare,
figura
domiciliato
a
Solighetto
quando
nel
1893
sposa
Luigia
Ciotta
detta
Cadorin
nata a Refrontolo nel 1868.
Fontana Giovanni Marco viene a Solighetto con diversi fratelli:
Giacomo muore a Solighetto nel 1918.
Stefano muore celibe a 50 anni la notte di Pasqua del 1908.
Catterina muore a 43 anni nel 1901: aveva sposato Luigi Bottega Miottin di Solighetto.
Fontana Giovanni Marco e Ciotta Luigia hanno molti figli, tutti nati a Solighetto.
Regina
muore
a
26
giorni
nel
1896.
Regina
Maria,
nata
nel
1899,
sposa
Meneguz
Giovanni
nato
ad
Arfanta
nel
1887.
Angela
muore
a
12
giorni nel 1897. Altri figli sono: Maria Amabile nata nel 1894, Francesco nato nel 1902, Virginia nel 1904, Brigido nel 1906 e Rosa nel 1909.
Questo
Fontana
Giovanni
Marco
potrebbe
essere
imparentato
con
i
nostri
Fontana
Cuch,
andando
indietro
di
due
secoli.
Il
suo
è
comunque
un ramo a parte rispetto ai nostri.
A
Solighetto,
a
fine
Ottocento,
c’è
anche
un
altro
colmello
Fontana.
Era
giunto
a
Solighetto
da
Belluno
con
Fontana
Antonio
nel
1888.
Antonio
era
nato
a
Belluno
nel
1858
e,
appunto
nel
1888,
aveva
sposato
a
Solighetto
Padoin
Angela
nata
a
Solighetto
nel
1865.
Non
vi
è
relazione di parentela fra questo Fontana Antonio e i nostri Fontana Cuc.
Da villici ad artigiani
La
condizione
dei
Fontana
di
Solighetto
nel
primo
Ottocento
è
quella
di
“villici”.
A
fine
Ottocento
essi
risultano
“proprietari”
di
una
casa
(il
che
non è poco, per quei tempi) nella Contrada alta, accanto alla villa Brandolini.
Si
trattava
di
una
casa
nuova,
perché
essa
non
figura
esistente
nel
catasto
napoleonico
del
1812.
Tra
l’altro,
in
quel
periodo,
nessun
Fontana
figura proprietario di beni immobili a Solighetto.
La
casa,
come
si
sa,
sarà
distrutta
dalle
granate
italiane
d’oltre
Piave
nel
1918.
Ricostruita
intorno
al
1927,
di
nuovo
incendiata
durante
la
rappresaglia tedesca del 1944, risorgerà nel secondo dopoguerra.
Quindi in poco più di mezzo secolo la condizione dei Fontana cambia notevolmente.
Ciò
avviene
grazie
all’incontro
e
alla
collaborazione
con
i
Possamai
intorno
alla
metà
dell’Ottocento,
collaborazione
destinata
a
durare
un
secolo.
In
questo
periodo
i
Possamai
con
Antonio,
marito
di
Teresa
Dolce,
autore
tra
l’altro
di
due
statue
nella
chiesa
di
San
Rocco
di
Conegliano,
sono
tagliapietra
e
provetti
artigiani
del
marmo.
Antonio
è
in
cordiali
rapporti
con
lo
scultore
Marco
Casagrande
di
Campea,
appena
ritornato
pieno di gloria dall’Ungheria. Da Antonio discenderanno i celebri Paolo e Giovanni Possamai.
Coetaneo
di
Antonio
è
Davide
Fontana,
nato
a
Solighetto
(parrocchia
di
Pieve
di
Soligo)
l’
8
maggio
1824,
che
gestisce
una
bottega
artigianale
del
legno.
Antonio
e
Davide
sono
amici
e
un
po’,
diremmo
oggi,
“soci
in
affari”.
Un
rapporto
che
si
consoliderà
ulteriormente
con
ben due matrimoni.
Infatti
Romano
1856,
figlio
di
Davide,
sposa
Marta
Possamai,
figlia
di
Antonio.
E
qualche
anno
dopo,
nel
1887,
un’altra
figlia
di
Davide,
Francesca Luigia 1860, sposa Vittorio Possamai, altro figlio di Antonio.
Possiamo
immaginare
la
bottega
di
Davide
in
piena
attività
intorno
agli
anni
Settanta-Ottanta
dell’Ottocento.
Vi
lavorano
Davide
(che
morirà
nel 1902 a 78 anni), il giovane Romano (anche lui longevo, morirà nel 1930 a 74 anni), altri figli maschi di Davide e forse qualche genero…
I
conti
Brandolini
hanno
bisogno
di
loro,
come
dei
Possamai.
C’è
la
manutenzione
e
l’arredamento
della
villa.
C’è
soprattutto
da
decorare
la
nuova chiesa, sorta grazie alla munificenza del conte Gerolamo Brandolini Rota e consacrata dal vescovo Bellati nel 1858.
E la chiesa ha bisogno dei marmi, delle statue e degli altari dei Possamai, ma anche del coro e delle suppellettili in legno dei Fontana.
E poi c’è da arredare, sempre costruito dai Brandolini, tutto il grande caseggiato (compresa la canonica), che delimita a sud la piazza…
Mastro
Davide
e
mastro
Romano
avranno
certamente
lavorato
a
pieno
ritmo
conquistando
anche
qualche
piccola
momentanea
soddisfazione
economica che avrebbe portato alla costruzione, come si è detto, della casa in Contrada alta.
Attilio ed Emilio
A fine Ottocento il salto di qualità dal punto di vista economico e culturale è da tempo compiuto.
Si fatica ancora a sbarcare il lunario, ma la via è tracciata ed i figli di Romano, Attilio ed Emilio, ed i loro discendenti, sono in grado di
continuare la tradizione artistica dei Fontana per gran parte del Novecento.
Antonio Lucchetta ricorda che la contessa moglie del conte Paolo Brandolini era solita attribuire a Romano il detto:
“Quello sa fare le ali a una mosca…”.
Dove abitavano gli antichi Fontana?
Si
è
tentato
di
individuare
il
toponimo
Fontana
e
quindi
il
luogo
molto
probabile,
se
non
certo,
in
cui
i
nostri
Fontana
abitavano
anticamente,
cioè nei secoli XVI-XVII.
L’unica
fonte
è
costituita
dalle
mappe
napoleoniche
risalenti
al
periodo
intorno
al
1813
che
riportano
decine
e
decine
di
toponimi
molti
dei
quali risalivano certamente ai secoli precedenti.
Nel territorio di Tarzo e di Corbanese non risulta alcuna località Fontana.
Abbiamo invece ad Arfanta il toponimo Fontana, citato nei Sommarioni (mappali 125 e 126).
(Per
inciso,
nei
sommarioni
napoleonici
compare
un
solo
Fontana
proprietario
di
beni
immobili,
e
cioè
Fontana
Giovanni
di
Antonio
abitante
ad Arfanta)
Il foglio ridotto del catasto napoleonico di Arfanta è molto usurato e tuttavia è possibile riconoscere l’ubicazione dei mappali 125 e 126.
Essi
si
trovano
a
sud-ovest
del
centro
di
Arfanta
lungo
la
strada
comunale
detta
Ponti
.
Contiguo
al
terreno
in
questione
c’era
una
casa
colonica, da cui si diramava una carrareccia che scendeva ad ovest fino alla località Pecol.
Riscontri sul posto hanno dato esito positivo.
Proprio
nel
luogo
indicato
dalle
mappe
napoleoniche
esiste
ancora
oggi
una
fontana
,
il
luogo
quindi
di
origine
dei
Fontana.
Si
tratta
di
una
piccola
sorgente,
una
polla
d’acqua
ai
piedi
di
un
avvallamento,
recintata,
si
suppone
per
ragioni
di
sicurezza,
con
una
rete
metallica.
Essa
si
trova proprio tra la attuale via Pecol (la napoleonica Strada dei Ponti) ed il borgo denominato ancor oggi Pecol.
Il
proprietario
attuale
acquistò
quel
fondo
nel
1950.
Nel
1952
emigrò
in
Germania
fino
ai
giorni
nostri.
Egli
ricorda
che
ancora
nel
periodo
1950-52 la gente dei dintorni si riforniva d’acqua per sé e per gli animali proprio a quella fonte (comunicazione personale, 2.2.2004).
I Fontana, gente “buona”
Abbiamo
iniziato
questa
rapida
carrellata
sull’albero
genealogico
dei
Fontana
nel
1647
con
Paulin,
che,
a
quanto
pare,
aveva
la
fama
di
uomo
pio.
Ci
piace
concluderla,
a
fine
Ottocento,
con
Maria
Cuc,
nata
nel
1811,
figlia
di
Giobatta
e
Antonia
Galiazzi
e
quindi
sorella,
di
13
anni
più
vecchia, del “nostro” mastro Davide.
Anche Maria era una donna pia. Muore, annota il parroco, il 21 luglio 1895 “assistita fino
ad exitum
da Padre Costantino da Motta”.
E aggiunge: “Fu molto benemerita per la nostra chiesa”.
Archivi parrocchiali di Corbanese, Pieve di Soligo, Solighetto.
Archivi di Stato di Treviso e Venezia. Catasto napoleonico e austriaco. Sommarioni.
Enrico Dall’Anese
8 maggio 2004 nel 180° anniversario della nascita di Davide Fontana.
Ricerca del Prof. Enrico Dall’Anese
Clicca sull’immagine per ingrandirla
Clicca sulle immagini per ingrandirle
Clicca sull’immagine per ingrandirla
Clicca sull’immagine per ingrandirla
Fonti della ricerca:
Stemma dei Fontana