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La Malintesa
Video Emilio Fontana Luglio 1984
Inizia giovanissimo, nel 1906, il
suo apprendistato presso una
ditta di decorazioni a Treviso,
dove rimarrà fino al 1911. Nel
frattempo frequenta la scuola
serale di disegno. Non gli sarà
invece possibile più tardi
frequentare, come desiderato, i
corsi all'Accademia di Brera di
Milano, a causa dell'avvento
del conflitto del ‘15 -’18.
Dal 1911 è la sua
collaborazione con il pittore
Gobbis di Motta per il palazzo
dell'architetto Rupolo da Caneva di Sacile. Lavora
successivamente nelle chiese di Fossalta di Portogruaro,
S.Michele al Tagliamento, Piavon e Castel San Giovanni di
Maniago. L'attività figurativa di edifici sacri costituisce una
parte fondamentale del suo percorso artistico lavorativo che
si sviluppa, dopo la Prima Guerra Mondiale, col sodalizio con
il pittore Giovanni Zanzotto: negli anni che vanno dal 1919 al
1924 i due artisti (tra i quali esiste una solida amicizia) ed
eseguono commissioni a Soligo, Rolle, Campo Bernardo.
Fontana sarà impegnato,negli anni successivi, nelle chiese
di Rolle, Campea, Valmareno, Farrò, Miane, Mosnigo,
Sernaglia, Soligo e Solighetto. In quest'ultima si hanno gli
interventi più significativi. Sua è la decorazione interna delle
pareti, delle colonne in finto marmo, della cupola, e la
realizzazione della fascia che percorre in alto l'intero
perimetro dell'edificio ricordando le frasi di un inno in latino
alla Vergine (all'Immacolata Concezione di Maria Santissima
è infatti dedicata questa parrocchiale).
Ma gli incarichi che riceve riguardano anche palazzi: nel
1925 è a Bengasi, in Libia, insieme a Zanzotto, per decorare
ed affrescare, su bozzetti di Guido Cadorin, i saloni del
municipio. Da '44 è poi impegnato nella decorazione e
tinteggiatura dei palazzi dei conti Brandolini e del Castelletto
del conte Arrivabene di Follina. Gli stessi Brandolini e la
contessa Arrivabene si affidano a lui per un parere quando
vogliono modificare qualche elemento ornamentale d'arredo.
A questa attività si affianca poi la collaborazione con il
fratello Attilio (si veda la biografia di questi ). Però, per poter
mantenere la moglie Palmira Canori (conosciuta a Brescia
durante il servizio militare e sposata nel 1921) e di sei figli
deve adattarsi a fare anche l'imbianchino: le richieste
maggiori arrivano nel periodo pasquale quando la gente
tinteggia le pareti delle cucine.
L'insegnamento consente di ovviare
solo in parte alle difficoltà
economiche poiché le paghe non
sono certo alte, soprattutto nei primi
anni, ma questa esperienza è
sicuramente fonte di soddisfazione
per Emilio che è professore di
disegno per diversi anni al Collegio
"Balbi Valier " e per 15 al Collegio
"S. Giuseppe" di Follina; lavora dieci
anni anche nei corsi complementari
per apprendisti di Pieve di Soligo;
poi è alla Scuola serale di Pieve.
Proprio per l'impegno come artista ed educatore, riceve nel
1976 la Medaglia d'oro dal Comune "al merito artistico ed
educativo", che si aggiunge il titolo di Cavaliere della
Repubblica del' 61 e a quello di Cavaliere di Vittorio Veneto.
Davvero notevole e continuo è stato il suo ruolo all'interno
della comunità: è per una decina d'anni consigliere
comunale, assessore e, per una breve parentesi, vice
sindaco; contribuisce alla nascita dell'associazione
filarmonica La Malintesa di Solighetto dove per anni è attore,
regista, truccatore scenografo; collabora in maniera
instancabile nelle iniziative della parrocchia. Nonostante tale
ricchezza di impegni ed interessi - ai quali va aggiunta la
passione della musica, coltivata suonando il bombardino e la
chitarra prima nella la banda musicale di Solighetto, poi in
quella di Pieve - Emilio Fontana è riuscito a dedicarsi con
vera devozione alla pittura per tutta la sua vita, studiando
l'arte del passato attraverso i libri e non stancandosi mai di
apprendere da quella grande maestra che è la natura.
(1894-1986)
La compagnia si forma negli anni ' 20 ma riceve un nome
solo più tardi. Una sera infatti nasce una discussione
piuttosto animata tra gli attori ed Emilio Fontana, con altri
amici, suggerisce di chiamarla "La Malintesa".
Il periodo più fortunato di attività si ha negli anni ' 50 con
la collaborazione di Antonio Bottari (autore anche di note
commedie). Si presentano commedie operette per le
quali vengono acquistati costumi di seconda mano dal
teatro La Fenice di Venezia.
Fontana, oltre ad essere attore regista e truccatore,
realizza accurate scenografie. Non è un'esperienza
nuova per l'artista che già durante il servizio militare a
Brescia aveva ricevuto diversi incarichi per l'esecuzione
di scenari teatrali. Peccato che questi pannelli, molto
ammirati del pubblico, siano andati perduti.
Rimangono però le decorazioni del piccolo teatro del
paese; le figure di maschere che campeggiano sulle
pareti e i motivi ornamentali del soffitto sono tutt'oggi
perfettamente conservati, segno della perizia con cui il
pittore sapeva scegliere prodotti, qualsiasi lavoro
dovesse effettuare.