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A PIU’ DI NOVANT’ANNI IL PITTORE DI SOLIGHETTO TESTIMONIA ANCORA LA SUA PASSIONE PER L’ARTE
SONO MOLTI I PALAZZI E LE CHIESE DELLA MARCA CHE CONOSCONO LA MANO DI EMILIO FONTANA
In un attico di una modesta villetta sita lungo la via Brandolini, la strada che collega i centri
storici delle due parrocchie di Solighetto e di Pieve di Soligo, il maestro Emilio Fontana, stimato
e conosciuto in tutto il Quartier del Piave,
trascorre gran parte della sua giornata,
dedicandosi a quella che è stata nella vita
la principale passione, cioè la pittura.
Nel suo studio isolato, immerso tra
cavalletti, tavolozze, pennelli e spatole di
ogni genere, egli continua, nonostante che
il 26 marzo di quest’anno abbia compiuto
90 anni, a dipingere tele con soggetti
paesaggistici a lui cari o a restaurare e
ritoccare opere antiche che i numerosi
conoscenti affidano alla sua mano ancora
abile e sicura.
Sembra infatti che il tempo non abbia
minimamente intaccato la voglia di
esercitare quello che fin dalla giovinezza è
stata la vocazione principale e che
momenti difficili della sua esistenza gli
hanno fatto saltuariamente interrompere.
Nell’entrare nella sua abitazione si possono ripercorrere attraverso ricordi e numerosi cimeli, le
tappe di una vita artistica che ci riportano indietro al lontano 1906 quando il Maestro
abbandonò la famiglia e il laboratorio artigianale del padre Romano per seguire un corso serale
di disegno e di pittura nella città di Treviso.
Dopo di allora fu un peregrinare continuo nei paesi del Veneto e soprattutto nella Marca
Trevigiana dove non vi è palazzo o chiesa che negli ultimi 70 anni, non abbia subito l’intervento,
un ritocco o un restauro del Maestro stesso.
Tra le due guerre fu anche chiamato insieme a Giovanni Zanzotto, padre dell’attuale poeta, a
decorare il palazzo del governatorato di Bengasi.
Dal 1926 al 1966 fu inoltre insegnante presso la locale scuola di disegno per artigiani e venne
eletto più volte consigliere e assessore nel comune di Pieve di Soligo.
Ma la vera personalità del maestro Emilio Fontana non si rileva soltanto dalla attività
professionale di decoratore o dai contatti umani che ha avuto ed ha con le persone che lo
circondano; essa emerge soprattutto dai numerosi quadri che con un linguaggio semplice e
chiaro riflettono il carattere nobile e nello stesso tempo mite di un uomo che ha sempre
coltivato in silenzio la sua passione per la pittura.
Nelle ultime mostre allestite a Pieve di Soligo e che hanno riscosso un’indubbia simpatia e
consenso tra il pubblico, i temi dominanti sono sempre stati i paesaggi e scorci di antichi borghi
di Quartier del Piave, Zuel e in particolar modo di Solighetto suo paese natale e a cui egli è
profondamente legato. Ed è proprio dell’attaccamento alla terra d’origine che è nata la sua
poesia che ha dato e dà la possibilità di comunicare al prossimo gli stati d’animo e il modo di
percepire e di sentire la realtà di un mondo arcaico che sembra voler scomparire ma che il
maestro Emilio Fontana con la dolcezza dei colori e lo stile dei suoi oli ci insegna a riscoprire ed
amare nella sua semplicità e purezza.
Articolo dall’Azione del 17/06/1984
Giuseppe Perin