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Emilio Fontana nasce il 26 marzo 1894 a Solighetto.
Giovanissimo è a Treviso come apprendista decoratore.
Dal 1911 lavora col pittore Gobbis di Motta nel palazzo dell’architetto Rupolo a Caneva di
Sacile. Decora varie chiese nel Friuli e nel Trevigiano.
Dopo il primo conflitto mondiale, la sua attività si svolge a fianco dell’amico professor
Giovanni Zanzotto. Con lui decora alcune chiese
nel Quartier del Piave e nel 1925, a Bengasi, i
saloni del municipio della città su bozzetti del
professor Guido Cadorin.
Ritornato in Italia decora e tinteggia i palazzi dei
conti Brandolini, altre chiese della zona e restaura
il Castelletto del conte Arrivabene.
Piu’ che ottantenne il Fontana, incoraggiato da
allievi e da suoi estimatori, allestisce una personale
che è stata anche la sua “prima” assoluta.
In precedenza aveva esposto, assieme ad altri
cento artisti, nel 1953 a Treviso nel Salone dei
Trecento.
Vastissima poi la sua attività nel campo
dell’insegnamento: al Collegio Balbi Valier, al
Collegio San Giuseppe di Follina, ai corsi
complementari per apprendisti di Pieve e alla
scuola serale e festiva di disegno e plastica di
Pieve e alla scuola serale di disegno per artigiani e
scuola di intaglio e intarsio.
Attiva la sua collaborazione anche in campo sociale, ricreativo e culturale.
Per dieci anni consigliere comunale, assessore e vice sindaco di Pieve, protagonista nella
compagnia filodrammatica “La Malintesa” di Solighetto, di cui è stato attore-regista,
truccatore e scenografo. Ha fatto parte anche della banda musicale di Solighetto e di
Pieve.
Durante tutta la vita, assieme a quella decorativa, ha sviluppato una vasta attività pittorica
che lo ha visto attivo fino alla soglia dei novant’anni.
Tratto saliente della sua personalità è stata la modestia, a volte persino eccessiva, che lo
ha visto per tutta la vita lavorare alacremente quasi nel silenzio per la sua collettività e a
trascurare quei contatti culturali che pure gli avrebbero meritatamente procurato prestigio e
più vasti riconoscimenti in campo artistico.
Ultimo tratto che ci piace segnalare è il suo attaccamento alla famiglia e ai suoi sei figli.
Trascorse 62 anni di matrimonio in un clima di affetto e dedizione esemplari e morì a
Solighetto all’età di 92 anni il 20 dicembre 1986.
Così sintetizza la sua vita e la sua arte Lino Teofilo Gobbato: “ Ci ha dato lezioni di vita,
dimostrando ch’essa, la vita, è un dono meraviglioso che va intensamente e
compiutamente vissuto dall’alba al crepuscolo”.
E il suo è sostanzialmente un messaggio d’amore e un atto di fede nella vita.
Durante dodici lustri ha colto scorci, angoli, panorami del bellissimo lembo della terra natia.
E l’ha fatto colla sincerità dei puri di cuore, coll’onestà e la modestia di chi teme di
compiere atto di profanazione solo tentandone una qualsiasi trasfigurazione soggettiva.
La sua pittura si rivela un documento fedele e poetico d’un mondo irripetibile, ritmato in un
tempo che sembra tratto fuori dalle umane vicende.
Articolo dall’azione del 26/04/1998
LEZIONI DI VITA DI EMILIO FONTANA ARTISTA
DI SOLIGHETTO SCOMPARSO NEL 1986